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Paolo Pallara

Passaggi

 

 

 

 

Inaugurazione: sabato 15 ottobre, ore 18.00

 

Apertura al pubblico: 15 settembre - 13 ottobre 2016

 

Porta degli Angeli,

Via Rampari di Belfiore, 1, Ferrara

 

 

 

Comunicato stampa

 

Passaggi è il titolo della personale di Paolo Pallara che, con il Patrocinio del Comune di Ferrara, EVART Associazione no profit per l’arte e la cultura propone alla Porta degli Angeli dal 15 ottobre al 13 novembre nel progetto GATE|Porta.

[…] Pochi passi e sono davanti ad una lunghissima opera di legno. Mi avvicino e mi

allontano per indovinare i dettagli del quadro e contemporaneamente lasciarmi rapire

dall’impressione generale dell’opera. Seguo e accarezzo i moduli di cui il quadro

si compone. Legno e cerchi e quadrati di metallo ossidato. Le forme della perfezione

naturale. E uno squarcio bianco nel mezzo. Osservo e deduco: una strada

che attraversa il tempo e lo spazio.

Un passaggio. […]

[…] Porte. Ci sono delle porte di fronte a me. Non portano da nessuna parte. Lo so.

Ma impugno le chiavi ugualmente. Le serrature sono antiche, bloccate, arrugginite.

Mi parlano del loro tempo antico, in tutte le loro differenti lingue. […]

[…] “Un passaggio è un avanzare da un luogo all’altro, da un pensiero all’altro, da

una storia all’altra. Un passaggio è un giorno, un cambiamento, un lutto, una gioia.

Dura un istante o tutta la vita. I passaggi sono come tante identità. Le une diverse

dalle altre. Le vedi queste chiavi?”. […]

Passi tratti da Passaggi di Michele Govoni

 

La mostra verrà inaugurata alla presenza dell’artista sabato 15 ottobre, alle ore 18.

La compagnia di teatro da camera I Racconti del Basilisco presenta Passaggi,

testo di Michele Govoni, interpretato da Rosalba Sandri e Michele Govoni, 

regia di Sergio Altafini.

Paolo Pallara

Vive e lavora a Ferrara dove è nato nel 1956.
Da molti anni sperimenta una pittura materica nella quale tensioni informali si accompagnano ad una matrice figurativa mai dimenticata. La sue pittura si presenta come un’avventura dello spirito in cerca di ragioni per l’esistenza e in questo andare trova immagini che mettono a fuoco i momenti fondamentali. Pallara ama la serialità. Ha bisogno, infatti, di ritornare ad approfondire, a scrutare le minime modificazioni degli aspetti indagati, tante e tali sono le variazioni dello spirito e del cuore, tanto numerose sono le sfaccettature dell’identità personale, tanto infinito è il lavoro di analisi che come artista continuamente compie. All’interno del tema principale sono diverse le serie di approfondimento, complice non solo la scansione spaziale dei luoghi ma anche degli argomenti toccati. In tal modo la figura simbolo diventa riflessione di una più ampia considerazione sugli stati d’animo, sulle pulsioni di vita di ognuno di noi. Le sue opere, in quanto interpretazioni dei sentimenti provati dall’artista nei vari periodi della sua vita, sollecitano nello spettatore momenti di identificazione. Alcune serie sono maggiormente improntate al segno e meno al gioco delle sovrapposizioni o sottrazioni di materiali e smalti, dei piccoli inserti di carta o di garza, altre esaltano una sequenzialità che ricorda scansioni affettive, pulsioni, desideri ed emozioni. L'utilizzo di materiali come il ferro, il cuoio, vecchi legni o vecchi giornali dei primi del novecento fanno emergere sulle tele o nelle sculture un confronto tra memoria e destino, attese e timori, bisogno di vivere di fronte all'ineluttabilità della morte; tutti materiali che attestano la loro storia, rivendicano una nuova possibilità, al di fuori dell'uso consueto.

(Fonte: www.paolopallara.com)

Orari di apertura

venerdì 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30, 16-19

www.paolopallara.it

 

Possibilità di visite guidate su appuntamento.

Per info e prenotazioni  t. 347 393 0413 - evartassociazione@gmail.com

Passaggio, trasformazione, armonia nelle opere di Pallara:
una riflessione
di Andrea Musacci

 

Traccia e trasformazione, transito e trapasso: il nuovo progetto artistico di Paolo Pallara si presenta come una profonda riflessione sulle varie declinazioni del concetto di “passaggio”. Le opere poste nei vari ambienti, sculture e installazioni realizzate con diversi materiali di scarto, si presentano come composizioni astratto-geometriche, le quali, come segni, indicano una via, un attraversare. Partendo anche da una riflessione riguardante il contrasto luce-ombra, Pallara sperimenta in maniera originale la propria ricerca di un equilibrio, di una simmetria, di un orizzonte – fisico, visivo, esistenziale – ideale. Di un’armonia.

 

Passaggio di significato (armonia tra materia e artista). Se è vero che ogni partenza è sempre da qualcosa di dato – ciò vale per ogni cosa del “creato”, dato che niente nasce dal nulla –, per l’artista è ugualmente vero che egli assegna un senso nuovo, dunque puro, alla materia, donandole una forma e un significato senza alcun vincolo di causa-effetto, e senza alcuna utilità in senso stretto.

A ciò si aggiunga, com’è nel caso delle opere di Pallara esposte alla Porta degli Angeli, che i materiali utilizzati (legno, rame, ferro) sono ancor più “di passaggio”, in quanto egli attua su di loro una manipolazione su qualcosa non solo di già esistente, ma a cui in passato è stato assegnato una funzione differente. Così, l’artista dona loro un nuovo utilizzo, li impegna in un passaggio da una funzione all’altra, da un significato all’altro, rendendoli, così, nuovamente come informi, cercando con essi un nuovo equilibrio.

 

Passaggio tra interno ed esterno (armonia tra materia e ambiente). L’impatto visivo dei materiali usati, è, poi, impressionante, in quanto richiama in maniera forte le pareti, interne ed esterne, a pietra vista del luogo che le ospita, e le mattonelle e le pietre dei pavimenti: una con-fusione non ricercata (se non inconsciamente?) ma che regala un colpo d’occhio quasi impeccabile: un primo tentativo di armonia risulta, perciò, quella tra i colori e le loro sfumature, ma anche quella tra le linee orizzontali e le diagonali formate dai materiali della struttura e da quelli delle opere. Ma le direttive e le vie di fuga sono anche quelle, esterne, della prospettiva del pezzo terminale di corso Ercole I d’Este, o del ponte di ferro che punta dritto al Parco Urbano. O ancora, la linea, forse più immaginata che chiaramente delineata, delle storiche mura cittadine. L’arte trasforma, perciò, anche l’ambiente circostante, cerca con esso un equilibrio, proponendo di esso nuove interpretazioni.

 

Passaggio nel tempo (armonia orizzontale). È Pallara a definire il passaggio in questo modo: «quando sei già nel nuovo ma non ti rendi ancora del tutto conto che stai abbandonando il vecchio», che questo sta passando/è già passato. Muta il significato della materia, muta il senso dell’ambiente. Muta, perciò, la totalità della realtà fenomenica. Il passaggio è un cambiamento di stato, di condizione, una trasformazione. E una trasformazione avviene sempre nel tempo. Anche il soggetto umano, in quanto realtà, è essenzialmente passaggio, e anche per esso possiamo dire che l’istante del passaggio è l’essenza del reale (Panta rei), è difficile cogliere un’armonia quando si è impossibilitati ad afferrare una sostanza, un presente (si pensi alla riflessione di Sant’Agostino sul tempo). Ogni traccia, ogni brano che cogliamo è già passato, ma in Pallara la simmetria ricercata, l’ordine e la serialità sono il modo personale di vincere la precarietà temporale, di ordinarla in un equilibrio tra linea e sfera, tra spazi, tra luce e ombra.

 

Passaggio verso l’Oltre (armonia verticale). In una salita tanto fisica quanto ideale, il percorso espositivo si conclude, dopo un tortuoso percorso sulla scala a chiocciola, nella torretta dell’edificio. Ma lo sguardo non si posa ad altezza d’uomo: l’ascesi prosegue, e ci porta ad ammirare, come in un sogno, undici chiavi rivolte verso l’alto, di altezze differenti, saldate su lunghi assi di ferro ben ancorati su basi lignee. A fianco, un sentiero di pietre, cammino incompiuto: due direzioni, dunque, una verso l’alto, l’altra rasente il suolo, tra loro in contrasto, o, se si vuole, complementari nel loro intersecarsi. Ricordando un’opera di Kandinsky, Linea curva libera verso il punto: suono simultaneo di linee curve geometriche (1925), forse entrambi tendenti a un'unica, incorporea, meta, all’Armonia perfetta. 

EVART – Associazione no profit per l’arte e la cultura

Via Carlo Mayr, 9a, 44121, Ferrara T. 347 244 1042 t. 335 383 915

evartassociazione.wix.com/gateportait evartassociazione@gmail.com

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